Ritratti a memoria – Gioia Carrara

E così in un batter d’occhio Margherita ti offre tutti gli indirizzi e i numeri di telefono che ti possono essere utili, ma ancora non le basta, ti offre anche di accompagnarti, e quando le rispondi che forse c’è qualcosa di più interessante per lei da fare, ha anche la temerarietà di risponderti che no, le fa piacere e passerebbe anche a prenderti, perché tanto è di strada e poi anche se fosse una deviazione, sarebbe davvero solo di pochi minuti. Naturalmente non è vero niente, ma in fondo è così piacevole che qualcuno si prenda cura di te!

C’è un momento nella giornata adottato per le telefonate tranquille: la mattina presto quando i piani del giorno sono ancora da definire e l’energia del pensare potrebbe vincere lo sconforto del dovere organizzare.  A quell’ora talvolta le voci sono ancora impastate, ma il loro suono è comunque deciso e le comunicazioni non si interrompono per difficoltà di campo. Sai, le dissi una mattina, l’incontro in galleria si può fare, ma devo trovare io le cento sedie!  A me sembrava questo un ostacolo davvero insormontabile se confrontato con la breve durata del mio fervore propositivo. Non avevo però calcolato la potenza di Margherita nell’innescare perfino la macchina delle sedie! E poi, dopo alcuni giorni di telefonate, preventivi, contatti, come facevo a dirle che per me tutto ciò era troppo e che non volevo sapere più nulla di sedie, panche e tavolini?  Mi vergognavo un poco, mi pareva anche di non essere sufficientemente grata o almeno di non darle a vedere di quanto lo fossi e così la caccia continuò.

E’ stato, quello mio con Margherita, un viaggio non solo nel mondo dei sedili e di chi li affitta, delle seggiole di legno, di plastica, di metallo, imbottite, chiare o scure, moderne o d’epoca, ma una passeggiata negli anfratti dell’amicizia, delle fugaci e incerte confidenze, per i vicoli della vecchia Roma mattutina, dove quel bar offre un caffè dolce e aromatico, ma in quell’altro si mangiano dei dolcetti davvero speciali. E poi ci sono le librerie dove allungare almeno lo sguardo e sbirciare libri da leggere, anche se non da comprare, che in casa non entrano più. Occorre anche trovare un nuovo ristorante, carino, buono e certamente non troppo costoso dove poter invitare i suoi vecchi studenti, rito che Margherita ama ripetere ogni anno. Certo, quando la scuola occupava tanto della sua giornata, della sua testa e del suo tempo, le cose erano diverse, ma questa è un’altra storia.