Ritratti a memoria – Margaret Brose

La nostra amicizia era forte nonostante il fatto che abito negli stati uniti, e tra una visita all’altra a Roma, passavano dei mesi senza contatto tra noi due.  Ma quando sono arrivata a Roma, c’era lei, Margherita, e sembrava che ci fossimo viste solo ieri.  Ogni volta che ci vedevamo, Margherita aveva preparata una sorpresa per me: un angolo dimenticato della vecchia Roma; o un nuovo ristorante, una nuova chiesa; un’opera lirica, un film, un libro, un negozio di gioielleria. Il nostro legame era forte, e genuino, e non richiedeva  delle formalità.

Margherita era per me un faro: mi insegnava, mi guidava.  Passare una giornata con lei era sempre un piacere profondo. Lei era una persona di tante passioni e tanti interessi ed entusiasmi; era costante, graziosa, affettuosa, solare.   Questa generosità e questa vitalità rimanevano anche durante i periodi (mesi, anni) della sua malattia; lottando così coraggiosamente contro la malattia, rimaneva sempre risplendente.  Nella primavera del 2015, sono arrivata a Roma la seconda settimana di maggio; lei ho scritto una email l’11 maggio, il giorno del suo compleanno; mi ha risposta subito, con amore, con progetti di vederci presto, come se il mio arrivo a Roma le fosse un evento molto importante; non capivo quanto lei fosse  malata.  Quando Roberto mi aveva scritto, la settimana seguente, che Margherita stava in ospedale, ero sconvolta.

Ci ha lasciati il 31 maggio, il giorno del mio compleanno. Ci mancheranno per sempre la sua anima angelica, il suo sorriso; il suo amore per il mondo.